Clinica Veterinaria Porta Schiavonia

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GHIANDOLE SALIVARI E IGIENE ORALE

GHIANDOLE SALIVARI E IGIENE ORALE

a cura del Dott. Antonio Bassini

Sia per noi “umani” sia per i nostri amici pelosi valgono regole simili per il Benessere del cavo orale e per la Prevenzione delle Patologie paradontali e delle ghiandole salivari, anche se noi umani soffriamo molto di più di carie perché assumiamo una maggiore quantità di zuccheri, che contribuiscono ad aumentare l’acidità dell’ambiente orale. I denti degli animali sono diversi per funzione e struttura dai nostri: loro possono contare su di una dentatura fitta che li preserva maggiormente dal deposito di cibo tra i denti. Come per noi, molti dei problemi sono causati dalla placca: i batteri che la compongono col passare del tempo si trasformano in tartaro, causando infiammazioni ed altre patologie del cavo orale, quali Stomatiti, Gengiviti, Ascessi, Fistole, Parodontiti, che possono portare anche a perdita precoce dei denti. Di solito i cani iniziano ad avere problemi a partire dai tre anni di età: i cani toy o di piccola taglia, inferiori agli 8 kg (Maltesi, Volpini di Pomerania, Barboncini, Yorkshire, Pastori dello Shetland) hanno mandibole piccole per lo stesso numero di denti e quindi minor spazio interdentale, per cui vengono colpiti più precocemente ed in modo più grave, in particolare a livello degli incisivi e delle superfici interne dei denti: la perdita di pochi millimetri di osso in uno Yorkshire Terrier provoca conseguenze maggiori di quelle di un cane di grossa taglia.

Principali PATOLOGIE delle ghiandole salivari:

Cani e gatti hanno entrambi quattro ghiandole salivari per lato, due anteriori (zigomatica e sublinguale) e due posteriori (parotide e mandibolare), che infiammandosi presentano come sintomo comune una lieve scialorrea, che nel cane può passare spesso inosservata mentre è più facile da notare nel gatto: si presenta inizialmente dopo i pasti, poi tende a diventare costante.

Le ghiandole salivari possono dar esito ad un variegato target clinico patologico, in cui Calcolosi, Infezioni, Neoplasie e cause Iatrogene presentano un analogo ventaglio di sintomi: bocca dolente, gonfia e infiammata, alitosi dovuta a proliferazione batterica, difficoltà a deglutire, a masticare ed anche a respirare.

Quando la ghiandola salivare del cane si rigonfia con ristagno di saliva si parla di Mucocele/Sialocele orale o salivare, e la tumefazione orale, che può essere morbida oppure dura e granulosa, solitamente contiene significative quantità di muco e/o saliva, con possibili strie ematiche: tra le cause più comuni ci sono le ferite da morso, traumi contusivi al viso, corpi estranei e problematiche del condotto uditivo. In particolare il Mucocele Parotideo può essere scambiato per un ascesso ma, a differenza di questo, l’animale non accusa dolore e raramente tende a grattarsi.

La Scialolitiasi, o Calcolosi salivare, si genera per un’alterazione delle ghiandole salivari che porta a diminuzione della produzione di saliva ed aumento della sua densità: una saliva più viscosa causa la formazione di aggregati solidi di dimensione variabile, che possono sedimentarsi nelle ghiandole o peggio nei dotti escretori, ostruendoli completamente o in parte e causando gonfiore, mucocele e infiammazione. Per la Scialolitiasi umana esiste una terapia ad onde non invasiva (litotrissia), ma in veterinaria l’unico approccio risolutivo è quello chirurgico in anestesia totale, nel migliore dei casi con la rimozione del calcolo, come per esempio in presenza di Scialolitiasi sublinguale o ranula, oppure con l’asportazione dell’intera ghiandola. I calcoli salivari sono più frequenti nei cani, tuttavia li possiamo trovare anche nei gatti a seguito di stomatiti o in caso di insufficienza renale cronica; costituiscono la causa più frequente di Scialoadenite, uno stato infiammatorio che può essere sintomatico anche di traumi da morso contusivi o da masticazione (es. nei cani che addentano bastoni acuminati o giocattoli duri), di Patologie metaboliche o autoimmuni, e che comprensibilmente peggiora in concomitanza coi pasti. La Scialoadenite Parotidea è la più subdola : prima che compaia il gonfiore si manifesta come un’otite essudativa molto simile ad un’otite da acari, perché il ristagno di saliva pur minimo infiamma il condotto uditivo: l’animale secerne abbondanti quantità di cerume scuro, appiccicoso, dall’odore rancido, che tende ad incollarsi al pelo del padiglione auricolare, ma a differenza dell’otite da acari in genere è monolaterale ed il soggetto manifesta minor prurito e non scuote la testa.

IGIENE ORALE

E’ lapalissiano dire che una adeguata igiene orale gioca un ruolo essenziale nella salute dei nostri piccoli amici! La prima buona regola è quella di osservare con attenzione l’interno della bocca: gengive arrossate e gonfie, denti che invece di essere bianchi si presentano incrostati di tartaro, color giallo o marrone, alitosi, scialorrea, diminuzione dell’appetito, sono tutti sintomi correlati tra loro e predittivi di patologie orali. Quindi risulta importante abituare il nostro amico fin da cucciolo alle “mani in bocca”, in modo da rendergli familiare questa pratica durante l’intero corso della sua vita, anche se finchè è molto piccolo è sufficiente strofinargli i denti con le dita. E’ inoltre buona norma palpare ogni tanto l’animale intorno e sottro la bocca e intorno alle orecchie, per cercare eventuali strane escrescenze. Quindi, come per noi, spazzolare con regolarità i denti del cane dovrebbe rientrare tra le attività di routine quotidiana: è preferibile cominciare dai denti molari e premolari, in quanto solitamente gli animali tollerano meglio una piccola detrazione del labbro piuttosto che il sollevamento del naso, e si consiglia di utilizzare prodotti appositamente studiati per i pets (MAI usare i dentifrici “umani”, che contengono fluoro ed altre sostanze nocive per il loro stomaco!), compreso l’utilizzo di snack specifici contro la formazione del tartaro; per i cani anziani spesso si c’è la necessità di una detartrasi professionale. Per la riduzione della deposizione del tartaro può essere di aiuto l’Alga bruna Ascophyllum nodosum, che somministrata per via orale va a concentrarsi nella saliva contrastando la colonizzazione batterica.

Una DIETA salutare evita l’eccesso di carboidrati, e quindi anche di zuccheri; in natura esistono verdure e frutti che se ingeriti crudi e a pezzetti possono coadiuvare la prevenzione della placca batterica: mele, sedano, carote, zucchine, finocchi; in generale la quota di fibre ed acqua ivi contenuti contribuiscono ad innalzare il PH del cavo orale.

Inoltre vari agenti attivi contro la placca dentale o il tartaro vengono incorporati nelle crocchette, nei biscotti o nelle barrette masticabili e vengono rilasciati nel cavo orale durante la masticazione: i cibi “duri” e secchi sotto questo versante sono più indicati, come peraltro anche la carne cruda, che è fibrosa, in quanto contribuiscono alla pulizia naturale dei denti (in questo caso le diete “umide” tendono ad attaccarsi ai denti). I numerosissimi Stick dentali presenti in commercio sono molto validi per la pulizia del cavo orale, in quanto posizionandosi tra dente e dente portano via la placca ed esercitano una migliore azione abrasiva perché il cane li deve masticare per poterli spezzare, mentre normalmente è abituato ad ingoiare il cibo masticando poco e male. Per prevenire i problemi dentali quali paradontiti e infiammazioni ci vengono in aiuto cibi ricchi di Sali Polifosfati: ad es. il tripolifosfato di sodioo trifosfato pentasodico- STPP, individuato in campo alimentare con la sigla E451(i) ha la proprietà di sequestrare naturalmente i cationi bivalenti come il calcio, impedendo il processo di cristallizzazione tra calcio e fosfato contenuti nella saliva (la chelazione del calcio inibisce la formazione del deposito di tartaro); il calcio viene poi rilasciato come tale nell’apparato digerente ed assorbito nell’organismo secondo le proprie necessità. Anche il solfato di zincopiù spesso utilizzato in combinazione con altri sali, riduce la concentrazione di calcio nella saliva. Proprio come per noi, i denti servono per mangiare correttamente e quindi anche per digerire bene, per cui un animale con problemi del cavo orale presenterà anche problemi di digestionei Fermenti lattici specifici a base di prebiotici e probiotici ed una alimentazione corretta e bilanciata contribuiscono non solo al ripristino della flora batterica intestinale, andando a combattere fermentazioni intestinali anomale, ma vanno a contrastare anche la proliferazione batterica del cavo orale che è la causa dell’alitosi .

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